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Orologeria tedesca

il primo blog dedicato all'orologeria made in Germany

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Sinn

103 St DIAPAL

Una leggenda chiamata 103: Il cronografo da pilota secondo Helmut Sinn

 

Tra le pagine piú belle della storia dell’orologeria capita spesso di imbattersi in avvincenti letture riguardanti la nascita di una manifattura. Vicende che raccontano il genio e la determinazione con cui giovani orologiai o talentuosi appassionati hanno saputo creare collezioni di orologi divenute nel corso del tempo iconiche e desiderate. Nel mondo dell’orologeria tedesca un piccolo ma interessante contributo può essere letto tra le righe della storia di Sinn Spezialuhren, in particolar modo nelle brillanti intuizioni del suo fondatore Helmut Sinn.

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Helmut Sinn
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giovane Helmut Sinn pilota della Luftwaffe

 

Nato ai bordi di un aeroporto militare, negli anni a cavallo tra la prima e la seconda guerra, é la quotidiana convivenza tra decolli e atterraggi, che alimenterá nel giovane Helmut Sinn il desiderio di diventare un giorno pilota di aerei; desiderio che con determinazione verrà realizzato con l’arruolamento nel 1936 nella Luftwaffe. Sará con l’esperienza del secondo conflitto mondiale dove Sinn comprenderá l’importanza dell’affidabilitá e della precisione degli strumenti nella cabina di pilotaggio, tanto da convincerlo a creare, al termine della guerra, una propria azienda specializzata nella costruzione di cronografi di bordo: la Sinn Spezialuhren Frankfurt am Main (Sinn orologi speciali Francoforte sul Meno)

 

Raggiunti buoni risultati di vendite grazie ad una grossa fornitura di orologi rivolta ad aerei dell’aviazione tedesca, nel pieno della crisi del quarzo, Helmut Sinn decide di puntare tutto sull’orologeria tradizionale ed investire nella produzione del suo primo cronografo meccanico da polso. Ispirato dall’ottima funzionalità dei suoi orologi di bordo decide di adattarne, a misura di polso, le buone qualità dimostrate negli anni di servizio. I buoni rapporti con gli amministratori di Breitling e Breguet permisero a Sinn di acquistare forniture orologiere rimaste invendute a seguito della grave crisi del comparto orologiero riuscendo a racimolare un buon numero di componenti per avviare la produzione del primo orologio da polso firmato Sinn. Il leggendario 103 Compax.

vintage-sinn-collector.de

 

I primi esemplari del Sinn 103 vennero prodotti a partire dal 1966 riprendendo il design del cronografo Le Coultre E 2643 soprannominato “Vogue”. La cassa in acciaio del Sinn 103, con un diametro di 40,8 mm e spesse anse smussate in stile Autavia, montava una lunetta girevole bidirezionale ma a differenza del cugino Heuer utilizzava un fondello in acciaio serrato a vite. I tasti cronometrici, compresa la corona di carica ad ore tre, seguivano la disposizione classica sul lato destro della cassa. Per quanto riguarda il movimento, Sinn si rivolse alla svizzera Valjoux equipaggiando il suo cronografo con il movimento a carica manuale Valjoux 72, dotato di smistamento cronografico con ruota a colonne, 17 rubini e 18.000a/h; un calibro robusto ed affidabile che nel tempo ha rivelato tutta la sua qualitá.

 

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uhrforum.de
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uhrforum.de

 

Riguardo il quadrante, la scelta ricadde sulla classica colorazione “Reverse Panda” con fondo nero e i tre contatori bianchi 60s/30min./12h; una soluzione semplice ma efficace molto utilizzata sui cronografi dell’epoca. Altra caratteristica particolare presente sui primi modelli 103 é l’anello sul perimetro del quadrante con la scala tachimetrica Base 1000 metri, un pratico ausilio per il calcolo della velocità media dei veicoli. Per ultimo le sfere dalla tipica forma a “siringa” molto usate sui Pilot Watch, diventeranno un tratto distintivo nelle collezioni 103 e 104 di Sinn. Radio nella prima serie e Trizio fino agli anni ’90 sará la luminescenza usata su sfere e indici del Cronografo 103 di Sinn, facilmente riconoscibile dalla sola scritta in basso sul quadrante “Swiss” (Radio) oppure Trizio se presenti le due T prima e dopo la denominazione di provenienza.

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Sinn 103 “oggi”

Dopo aver parlato del Sinn 103 del passato, vorrei adesso raccontare la mia esperienza personale con il Sinn 103 di oggi, infatti dopo aver espresso alla manifattura con sede a Francoforte le mie intenzioni sulla realizzazione di un articolo dedicato alla storia del 103, mi sono stati gentilmente prestati per qualche settimana due Sinn 103 per toccare con mano l’essenza di questo cronografo. Gli orologi in questione sono il Sinn 103 St Diapal e Sinn 103 Ti Diapal. Seppur molto simili, divideró in due articoli la recensione degli orologi perché penso sia importante dare il giusto spazio alle numerose caratteristiche di questi interessanti strumenti cronografici.



Sinn 103 St DIAPAL 

“La prova”

I due orologi in prova fanno parte della collezione 103 e si collocano tra i modelli piú completi per quanto riguarda le soluzioni tecniche adottate. Infatti entrambi gli esemplari utilizzano la tecnologia DIAPAL, facilmente riconoscibile dalla tipica colorazione antracite del quadrante e dalla scritta posta appena sopra la finestra della data ad ore tre ma a breve spiegeró meglio il significato della parola. Sebbene ad un primo sguardo gli orologi possano sembrare uguali, la differenza che puó essere immediatamente percepita è il peso in mano. Infatti il primo è dotato di una cassa piú pesante in Acciaio (Sinn 103 St) mentre il secondo piú leggera in Titanio (Sinn 103 Ti). Oggi in particolare ci soffermeremo ad analizzare il Sinn 103 St Diapal in acciaio.

 

Il cronografo 103 in acciaio è forse il modello più simile alle linee del capostipite della famiglia Sinn. La cassa mantiene quel design praticamente immutato che tanto successo ha avuto in passato e che ancora oggi costituisce un punto di riferimento nel mondo degli orologi Pilot. Sin dal primo sguardo sono le proporzioni ad impressionare, sì perché sebbene la scheda tecnica dichiari 41mm di diametro e 17mm di spessore (non certo un fuscello), al polso gli ingombri spariscono grazie alle comode anse che avvolgono il polso, lasciando una visione chiara e ottimale delle informazioni offerte dall’orologio. Questo avviene anche grazie al vetro zaffiro a doppia curvatura con trattamento antiriflessio su entrambi i lati che, anche se con qualche lieve riflesso, svolge molto bene il suo compito.

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Anche i tasti cronometrici a vite, che ad un primo momento potrebbero far storcere il naso ai puristi dei mondo Pilot, risultano essere pratici e intuitivi. Spesso frainteso da molti appassionati, la presenza delle viti sui tasti non aumenta le doti di impermeabilità dell’orologio (già certificato 200mt) ma bensì ne impedisce l’accidentale azionamento durante le immersioni in profondità. Per quanto riguarda l’argomento finiture, la lavorazione lucida dell’acciaio ad un primo momento mi avevano lasciato perplesso perché pensavo che su un cronografo professionale potesse risultare troppo elegante ed eccessiva, mentre il verdetto con la prova al polso è stato ribaltato. Mi é piaciuto molto! l’orologio in questa configurazione mostra una molteplice anima che può cambiare in base ai vestiti che si indossano oppure dalla tipologia di cinturino montato. Davvero eclettico! 

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Il quadrante, dal color grigio antracite regala piacevoli riflessi brillanti ottenuti attraverso il trattamento elettrolitico di sottili strati composti da Nichel, Rame e Argento. Gli strati applicati galvanicamente, oltre al mero fattore estetico, proteggono il colore del quadrante dal naturale invecchiamento causato dall’esposizione ai raggi UV. Il comparto sfere mantiene fede alla tradizione del 103 con la classica forma a siringa che rende intuitiva la lettura dell’ora. Entrambe le sfere di ore e minuti sono riempite di pasta SuperLumiNova C3 dalla piacevole tonalità verde visibile anche sugli indici arabi stampati nel quadrante e sul marker centrale della ghiera. Davvero efficace e poco invasiva la soluzione trovata per l’indicazione del secondo fuso orario, la sagoma della lancetta è una bella alternativa alla classica freccia giá utilizzata su molti gmt. Se puó essere considerato un difetto forse l’unica pecca è la totale assenza di luminescenza che ne complica la lettura in condizioni di scarsa illuminazione.

Sistema Ar

Ai piú attenti non sará sfuggita la sigla Ar stampata sul quadrante. Chi conosce bene il marchio forse saprá che a partire dal 1994, con la cessione dell’azienda da parte di Helmut Sinn nei confronti dell’Ing. Lothar Schmidt, verranno introdotte diverse soluzioni innovative brevettate dai progettisti di Sinn. Ma cosa significa nello specifico la sigla Ar? La tecnologia Ar risolve uno dei problemi piú comuni nell’orologeria meccanica, ovvero rallenta l’invecchiamento degli oli lubrificanti causati da umiditá e aria. Infatti grazie alla presenza dei tre elementi che compongono il sistema (capsula con solfati di rame, guarnizioni speciali EDR e Azoto) la meccanica viene incassata in un ambiente asciutto e privo di aria garantendo per lungo tempo la perfetta funzionalità del movimento. 

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DIAPAL

Proseguendo nello sviluppo della tecnologia Ar, gli ingegneri di Sinn hanno voluto alzare l’asticella della ricerca sviluppando un sistema (Diapal) che eliminasse del tutto il lubrificante dallo scappamento dell’orologio. Infatti la ricerca ha dimostrato che uno scappamento ad ancora senza olio migliora le prestazioni e riduce gli intervalli di manutenzione garantendo una durata maggiore nel tempo rispetto ai sistemi dotati di lubrificazione. Questo é stato possibile grazie all’utilizzo di nanotecnologie in grado di rendere gli organi coinvolti estremamente resistenti a beneficio di una migliore prestazione del movimento.

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Capsula Ar per l'inserimento del gas

 

A livello meccanico il nuovo Sinn 103 St Diapal adotta il movimento automatico LJP 8000, una novità per l’azienda di Francoforte dopo tanti anni di forniture Eta/Sellita. Prodotto dalla manifattura svizzera La Joux Perret sull’architettura del movimento Eta 7750, propone una diversa geometria meccanica con gradevoli finiture estetiche come ad esempio la viteria blu oppure la particolare ruota a colonne del cronografo azzurrata termicamente. La scheda tecnica dichiara 28.800 a/h con 28 rubini, 55 ore di riserva di carica e una protezione ai campi magnetici secondo le norme DIN 8309. Tutte le funzioni del Sinn 103 St Diapal sono inoltre garantite secondo rigorosi standard della manifattura che ne consentono l’utilizzo in ambienti estremi con un range che va da -45°a +80°. Secondo i miei dati raccolti in condizioni ben lontane dai margini estremi che può raggiungere questo orologio, ho potuto constatare uno scarto giornaliero nell’ordine di +3 sec; un dato davvero interessante che premia l’utilizzo delle numerose soluzioni tecniche impiegate su questo orologio.

 

Tecnologia e funzionalità, queste sono le parole chiave nel mondo degli orologi di Sinn ed in particolar modo possono essere oggi ritrovate sul nuovo cronografo 103. In tutti questi anni le sue caratteristiche sono state, e lo sono tuttora, un punto di riferimento nel mondo degli orologi professionali. Un orologio ideato da un pilota e sviluppato per i piloti dell’aviazione, questo è stato l’ingrediente principale che ha trasformato in icona questo affascinante segnatempo. Spero che il mio articolo sul mondo del Sinn 103 vi sia piaciuto e che possa aver contribuito alla conoscenza di una manifattura importante nel panorama dell’orologeria tedesca. Se vi fa piacere, fatemi sapere nei commenti oppure sulle mie pagine social cosa ne pensate di questo cronografo e quali potrebbero essere delle valide alternative a questa tipologia di orologi. Grazie!

Beppe

 

Dati Tecnici

Sinn 103 St DIAPAL

Diametro 41 mm, Spessore 17 mm, Bracciale da 20 mm, peso senza bracciale 88 grammi

Impermiabilitá 20 atm, Vetro zaffiro bombato antiriflesso, Fondello in zaffiro antiriflesso

Ghiera girevole bidirezionale 60’ con sistema di fissaggio a vite

5 anni di garanzia – Prezzo a partire da 3.250 euro



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